sabato 13 ottobre 2012

La memoria muscolare

In realtà i muscoli non hanno una memoria! Generalmente si fa riferimento al termine di memoria muscolare per indicare una serie di movimenti che vengono automatizzati e che una volta entrati in memoria (non quella muscolare ma quella del sistema nervoso centrale in particolare del cervelletto e di alcuni nuclei cerebrali) non vengono disappresi o comunque se non vengono ripetuti per tanto tempo, una volta ripreso l'allenamento risulteranno più facili da eseguire (ad es. non si può disimparare ad andare in bici, possiamo non utilizzarla per 10 anni, ma una volta saliti in sella sembra che i nostri muscoli sappiano già quali movimenti compiere perchè il gesto della pedalata sia fluido ed efficace, ma questa non è una proprietà muscolare bensì nervosa, sono i nostri
centri nervosi che comandano il movimento, c'è una fissazione della traccia nei neuroni che sanno come, quando e con che intensità attivarsi perchè lo stimolo non gli è nuovo). In pratica è lo stadio della programmazione e funziona così: quando una decisione cosciente è fatta per attivare un movimento specifico, le info sono trasmesse dal lobo frontale all'area motoria associativa...queste aree trasmettono alternativamente al cervelletto e ai nuclei cerebrali che inviano impulsi tramite i motoneuroni ai muscoli per compiere il gesto. L'ultimo stadio è quello del movimento: quando il movimento comincia, le aree di associazione motoria mandano istruzioni alla corteccia motoria primaria...un feedback (ovvero un'informazione di ritorno o di confronto) dai nuclei cerebrali e dal cervelletto (che hanno funzione di controllare appunto i movimenti automatizzati, cioè che vengono naturali) modifica questi comandi e le afferenze motrici extrapiramidali (le vie incoscienti che mandano impulsi ai muscoli per contrarsi) dirigono gli aggiunstamenti involontari della postura e del tono muscolare, ovvero del giusto grado di intensità, ampiezza e contrazione del movimento...Essendo che alcuni movimenti "li conosciamo" già perchè li abbiamo già compiuti (controllati appunto da nuclei cerebrali e cervelletto), quando riprendiamo a compiere una azione è come se i nostri muscoli si ricordassero il movimento, ma abbiamo visto che in realtà non sono i muscoli ma è il cervelletto che dice ai neuroni in che modo "attivarsi" per compiere quella determinata azione...questo è il motivo perchè non disimpariamo di andare in bicicletta!!! 

Per quanto riguarda gli sport esplosivi, essi impiegano fibre a contrazioni rapida...le fibre muscolari vengono controllate da neuroni (ogni neurone innerva un certo numero di fibre muscolari) che insieme prendono il nome di unità motorie. Le fibre a contrazione rapida vengono innervate da motoneuroni molto grandi e con assoni di grosso calibro, specializzati nella trasmissione veloce di impulsi nervosi e queste fibre veloci vengono reclutate durante esercizi di breve durata che richiedono un grosso impegno neuromuscolare. Esse si attivano soltanto quando il reclutamento delle fibre a contrazione lenta è massimo. Se non ci alleniamo per un certo periodo di tempo utilizziamo poco queste fibre perchè in un certo senso diventiamo più "economici". La memoria muscolare del velocista fa riferimento al fatto che il movimento è automatizzato ovvero conosciuto quindi il nostro cervelletto sà già quali unità motorie attivare perchè si ritorna ad avere una buona velocità e non ci vorrà molto come la prima volta per ritornare a buoni livelli!!!

L'organismo tende ad eliminare ciò di cui non ha bisogno, muscoli compresi.

Se ti alleni per un certo periodo, il corpo reagisce, per adattamento, incrementando la massa muscolare e migliorando i sistemi energetici per far fronte a degli sforzi che ormai percepisce come costanti nel tempo.

Quando smetti di somministrare questi stimoli, non esiste più motivo per avere una macchina con un motore potenziato, sprecherebbe solo più benzina, ed allora ritorni ad una cilindrata inferiore.

Quando, però, torni nuovamente ad allenarti, il corpo ricorda che ha già affrontato questa situazione e risponde in maniera più rapida rispetto a prima.

E' quello che succede anche col sistema immunitario:
La prima volta che si incontra un agente patogeno, magari ci si ammala, la volta successiva al massimo abbiamo un pò di febbricola ma lo distruggiamo in breve tempo.

L'adattamento è la nostra croce e delizia, è la cosa che ha permesso l'evoluzione umana.